Progetto esperienze che tengano conto di chi le vive, del contesto in cui accadono e delle domande che fanno nascere.
Mi impegno a creare prodotti e servizi inclusivi e accessibili, pensati per rispondere a bisogni concreti delle persone. Mi appassionano le cose ben fatte, le domande senza risposta e i sistemi che respirano insieme a chi li usa.
Negli ultimi tempi, mi sto avvicinando con curiosità al mondo dell’intelligenza artificiale, esplorando come possa diventare uno strumento a supporto della progettazione: non per sostituire, ma per amplificare intuizioni, riflessioni e possibilità.
Nel dubbio, ascolto. Poi progetto.
È l’empatia a guidare il mio lavoro, perché solo capendo davvero chi ho davanti posso disegnare soluzioni utili e significative.
L’AI può supportarmi nell’analisi o nell’esplorazione, ma è il tocco umano a fare la differenza.
Traduco obiettivi di business in percorsi digitali chiari e orientati al valore per le persone.
Resto convinta che la direzione giusta si trovi solo mettendosi nei panni di chi userà quel servizio.
Credo in un design che non esclude nessuno.
Ogni persona dovrebbe poter accedere e interagire con un prodotto digitale in modo semplice, rispettoso e autonomo.
Da autodidatta, YouTube come guru, casa come ashram
Camminare come pratica di ricerca, mi aiuta a pensare e mi rilassa
È così che mi sono innamorata del front-end.
Sono spesso un’opportunità o un modo per respirare
Sono buffi, mi fanno ridere, senza eccezioni
Che mi ricorda casa mia
